"Settimana Santa e Internet"

INTERVENTO
DI LUCA CATUCCI
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Prima di leggere il mio intervento, rivolgo a tutti i presenti il mio saluto. Ringrazio in modo particolare il priore dell’Arciconfraternita della Morte nonché mio amico Franco Stazione e il suo consiglio d’amministrazione per avermi dato l’opportunità questa sera di parlarvi della mia personale esperienza di “Settimana Santa” strettamente legata al vasto, complesso e affascinante strumento quale è internet. Un Convegno che certamente ha ragione di esistere visto l’interesse che ruota intorno ad un argomento a cui molte delle persone qui presenti sono legate da piccoli, che si sposa oggi con i nuovi mezzi di comunicazione ottenendo dei risultati eccezionali.
Non si può assolutamente trascurare la “rete” come alleato per la promozione e la divulgazione della propria cultura e perché no come mezzo per diffondere la propria fede. Se la Diocesi di Milano ha scelto undici mesi fa di essere presente sul noto portale youtube, dando così la possibilità al cardinale Tettamanzi di rispondere a tutti i fedeli che gli pongono domande, se la Santa Sede ha seguito la stessa strada, forse non è più il caso di chiedersi se questo è o meno il modo giusto per parlare al mondo della nostra religione.
Anche per i riti della Settimana Santa il concetto è lo stesso. Non c’è metodo migliore per dare visibilità e per diffondere in modo capillare la nostra cultura popolare religiosa, un mezzo di comunicazione che ogni giorno entra da anni nelle case di milioni di uomini a costi oramai accessibili a tutti e che annovera, tra i suoi fruitori, utenze di diverse generazioni e fasce d’ età. La Settimana Santa tarantina non ha bisogno di molte presentazioni.
Durante il triduo pasquale quattro emittenti locali trasmettono i Sacri Riti per circa dieci ore di diretta, raggiungendo ogni parte del globo grazie alla trasmissione via satellite, sui libri si è scritto tutto quello che la storia ci ha tramandato e quello che c’è da sapere. Poi dvd, cd musicali delle nostre marce funebri e infine frammenti di processioni immortalate su pellicole di vari registi che hanno voluto nei loro film fissare un istante delle nostre ritualità. Allora perché non aggiungere a tutto ciò dei luoghi virtuali dove documentarsi, approfondire e discutere un argomento che accomuna non solo confratelli ma una vasta schiera di fedeli e estimatori dei nostri riti? Il sito “Lo Sdanghiere –La Settimana Santa a Taranto” è nato circa 1 anno e mezzo fa proponendosi come un blog, (tramutato da alcuni mesi in un sito web), con la finalità di contenere al suo interno tutte le informazioni necessarie per avere un panorama completo dello spirito con cui la mia città e i suoi confratelli vivono il mondo delle confraternite e dei riti della Settimana Santa nel limite del poco tempo che riesco a dedicare, mettendo insieme tutti i numerosi pezzi di questo puzzle. Una particolare importanza è la presenza di pagine statiche che hanno il compito di illustrare nella maniera più dettagliata possibile la storia delle confraternite, dei Sacri Riti e di tutte le attività svolte dalle confraternite anche fuori dal periodo Pasquale. E poi tante immagini che possono solo per un attimo lasciare immaginare quello che sicuramente è il più importante evento religioso della città. Il più importante perché è in grado di riversare per le nostre strade la maggioranza degli abitanti ed un numero di turisti che sarebbero sempre più numerosi se le amministrazioni locali si accorgessero dell’ enorme potenzialità turistica e religiosa che questo evento con duecentocinquanta anni di storia sulle spalle riesce ad’esprimere.
Non è facile tramite un monitor trasmettere l’emozione che suscita l’Addolorata quando è sul ballatoio di San Domenico, tantomeno è semplice far capire con le parole cosa significa ascoltare il suono della troccola sulle note della marcia funebre “Tristezze”. Se solo per un attimo riesco a trasferire il pathos dei nostri riti, per me è un successo. Un altro aspetto che cerco di curare costantemente è quello dell’informazione. Aggiornamenti più o meno frequenti su fatti, eventi e persone che ruotano intorno all’argomento che hanno il compito di far sentire tutti coloro che quotidianamente visitano il sito vicino ai nostri riti. Questo è possibile grazie anche all’aiuto che molti amici mi danno per la pubblicazione di foto, video, articoli dei quotidiani locali ma soprattutto, la cosa più preziosa, i loro personali commenti. Anche diverse associazioni hanno creduto nella validità del sito divulgano i loro comunicati stampa è rendendo così il sito un vero e proprio portale della religiosità popolare tarantina.
Coloro che navigano in internet si sono sicuramente accorti di come il web sia approdato negli oratori di numerose confraternite. Molte di loro hanno il proprio spazio internet, oltre per i fini ormai noti, anche per mantenere vivi i contatti ad esempio con i confratelli che per motivi di studio o lavoro sono lontani solo fisicamente. Lo Sdanghiere è un termine per molti sconosciuto, forse poco adatto per un sito che viene visitato non solo da tarantini. Per noi invece significa molto. E’ una delle figure caratteristiche della nostra Settimana Santa, su di loro incombe il peso delle nostre statue per quindici ore senza alternarsi e compiendo uno sforzo che non’è solo fisico. Ho scelto quindi un nome caratteristico della nostra Settimana Santa. Il riscontro favorevole degli utenti è stato da subito immediato. L’elevato numero di visite che giornalmente riscontro non possono che avvalorare la tesi che per molti il cordone ombelicale che ci tiene legali a questi riti non si spezza con la fine della Settimana Santa. Il picco delle visite è stato chiaramente riscontrato durante la Settimana Maggiore quando il contatore si è fermato a 2770 contatti. Numeri che non tengono conto di numerose variabili ma che non possono essere trascurati.
A questo bisogna aggiungere e dare merito ad’altri siti internet per la maggioranza blog che con lo stesso amore approfondiscono e completano il panorama virtuale della Settimana Santa tarantina. Infine, non posso sottrarmi dal fare una riflessione doverosa. Qualche tempo fa ho sentito come al solito in maniera indiretta commenti di vario genere su questo nuovo modo di diffondere i nostri riti. Quello che più mi ha colpito e di cui vi rendo partecipi riguarda l’opportunità o meno di parlare e discutere di questi argomenti sul web definendolo “lo strumento del diavolo”.
Come per ogni lavoro o opera che viene proposta bisogna accettare qualsiasi commento e critica purchè (aggiungo io) sia costruttiva. Penso che il diavolo non sia il web ma chi seduto davanti al proprio pc strumentalizza internet e lo impiega per fini non leciti o per diffondere messaggi non costruttivi per la comunità. E’ arrivato il momento di lasciare alle spalle queste teorie e di elevarci da questo modo di giudicare che ci porta indietro nel tempo e di trarre dalla tecnologia un concreto beneficio.
Basti pensare che l’ U.A.R.R., ( Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti), utilizza internet per divulgare campagne contro la dottrina Cristiana come ad esempio“Giornata dello sbattezzo” e altre attività di questo tipo. In questi mesi grazie al mio sito ho allacciato una serie di amicizie sincere accomunate dalla stessa passione. Persone con cui è nato uno scambio di idee che hanno arricchito la mia conoscenza sulle tradizioni di altri luoghi e facendomi capire quante cose in comune ci sono (negative e positive). Concludo il mio intervento leggendovi una delle tante e- mail che soprattutto durante la Settimana Santa arrivano nella mia casella di posta elettronica. Questa in modo particolare mi ha reso felice e mi ha fatto comprendere come “Lo Sdanghiere” abbia in qualche modo lasciato il segno in alcuni dei suoi lettori.
“Carissimo, vivo da sette anni a Bologna per motivi di lavoro e tante volte per respirare anche per un momento l’aria della mia città, dedico pochi minuti della mia giornata alla lettura su internet di Taranto Sera e Corriere del Giorno. Non sono un confratello ma ho vissuto in una famiglia che ha guardato con rispetto e devozione i riti della Settimana Santa. I miei genitori mi hanno trasmesso una passione che mi accompagnerà per tutta la vita e che difficilmente riuscirò a trasferire ai miei due piccoli. Non puoi capire la gioia che ho provato quando ho trovato per caso il tuo blog, Da allora ogni giorno leggo i tuoi messaggi e con nostalgia ricordo le nottate dietro l’Addolorata del Giovedì Santo e i buchi di quei cappucci che mi impaurivano da bambino. Grazie ancora!”
Ringrazio tutti per l’attenzione che mi avete dedicato e spero vivamente che il mio intervento sia stato utile per capire come la fede, la tradizione, e l’amore per la Settimana Santa anche grazie ad internet può qualche volte abbattere il muro della distanza mantenendo vivo, in un modo diverso, il fuoco dell’amore per queste tradizioni.
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Luca Catucci
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Taranto, 7 Febbraio 2009