"Hermandad e Confraternite ieri e oggi: quali prospettive?"

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IL CONVEGNO
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Il 2° Convegno Internazionale di Studi sulla Cultura Popolare Religiosa, tenutosi lo scorso 20 e 21 settembre nella Chiesa di San Domenico, organizzato dalla Associazione "La Veste Rossa", è stato aperto, come da programma, dall’Arcivescovo Metropolita di Taranto S. E. Mons. Benigno Luigi Papa, il quale, nel salutare i convenuti arrivati dall’Italia e dalla Spagna, ha citato le parole di San Paolo, affermando che, mai come in questo caso «bisogna sentirsi né ospitanti e né ospiti ma tutti cittadini di Dio nella casa del Signore». Successivamente, l’Arcivescovo è entrato nel vivo del tema del Convegno e ha ricordato che: «Le Confraternite sono portatori di cultura, consuetudini, tradizioni e valori che erano presenti negli ideatori che le hanno costituite e che sono arrivate fino ai nostri giorni, e questo Convegno, è importante per comprendere la matrice, lo sviluppo e gli aspetti caratteristici di ogni entità, ma soprattutto saper cogliere le differenze e gli aspetti costanti comuni a tutti ». Successivamente, Mons. Papa si è soffermato sul significato del termine stesso “Confraternita” ed ha ricordato che: «Confraternita è un termine nel quale viene affermato che gli iscritti alle stesse, considerano se stessi come fratelli, e che vogliono vivere uno scopo ben preciso. Sono persone – ha continuato l’Arcivescovo – che hanno deciso di percorrere un tratto di strada insieme. In contrapposizione all’ individualismo, non vogliono vivere una storia isolata». Infine, l’ Arcivescovo ha concluso ribadendo l’importanza di tale Convegno, che è quello «di esaminare i rapporti cultuali e culturali che le confraternite hanno con le altre realtà, non dimenticando uno scopo ben preciso vale a dire contribuire alla umanizzazione della Società”.
Dopo il Saluto dell’Arcivescovo, c’è stata la relazione dello spagnolo Feliciano Fòronda, Hermano Maìor della Real y Fervorosa Hermandad de Maria Santisima del Pilar y Santiago Apòstol - Parroquia de San Pedro, il quale, nell’illustrarci «L’esperienza confraternale Sivigliana e spagnola», ha confermato che, in Spagna , contrariamente a quanto si possa pensare, la cultura popolare religiosa non va associata solamente alla Settimana Santa e, pertanto, le Hermandad si dividono in Penitenti, Gloriose e Sacramentali e manifestano il loro culto esterno in diversi periodi dell’anno.
Ha seguito la relazione Valentino Mirto Priore della Confraternita del Crocifisso di Monreale (Palermo), con la quale ha fatto conoscere agli uditori “Il culto del Crocifisso di Monreale” Sono seguiti gli interventi del dott. Francesco Stanzione, Priore dell’Arciconfraternita della Morte di Molfetta (Bari), di Giovanni Di Maggio, Priore de “Il Purgatorio” di Pulsano (Taranto), e di Oronzo Calò, Priore della Confraternita “Orazione e Morte” di Francavilla Fontana, che hanno fatto conoscere le loro esperienze confraternali e hanno lasciato certamente interessanti spunti di studi per le prossime edizioni.
Domenica 21 Settembre c’è stata la seconda giornata di Studi aperti dai Saluti ai convegnisti da parte dei Padroni di casa Monsignor Cosimo Quaranta e del prof. Antonio Liuzzi, Padre spirituale e Priore della Confraternita dell’Addolorata.
Il Professor Liuzzi, confermando l’importanza di tale Convegno e ribadendo i mutamenti dei tempi ha confermato che «Le Confraternite hanno le loro radici nel passato ma i rami e i frutti nel futuro», e con questo ha confessato che le Confraternite oggi si devono staccare dall’ attaccamento morboso alle tradizioni fine a se stesse. Oggi Le Confraternite – ha ribadito il Priore - non devono essere solo processioni e riti ma devono avere una notevole apertura mentale e culturale, iniziando a confrontarsi tra loro. A proposito dei Cammini di Fraternità, il Priore Liuzzi ha ribadito che c’è una inflazione di Cammini, e che non devono ridursi a mere sfilate coreografiche ma devono essere mirate alla conoscenza reciproca tra le entità confraternali.
Ha fatto seguito la brillante relazione del Prof. Vittorio De Marco, incentrata sul «Le Confraternite a Taranto ieri e oggi. Quali prospettive?»
Egli ha cercato di dare nuovi temi di studi sulle origini delle Confraternite a Taranto, e su quest’aspetto ha comunicato la presenza della Confraternita dei Missionari di San Michele Arcangelo nel 1620, formata da soli preti del capitolo, all’interno della quale tutte le cariche ecclesiastiche venivano azzerate perché fossero tutti fratelli sullo stesso piano, e sul piano della prospettiva.
Il Professor De Marco ha rimarcato l’esigenza di un rinnovamento delle Confraternite stesse: «Esse hanno un ruolo di evangelizzazione nella Chiesa – asserisce il Professor de Marco - ma devono confrontarsi con i tempi moderni».
Per quanto riguarda i culti esterni, i riti della Settimana Santa, nello specifico, che a Taranto hanno la maggiore risonanza, De Marco ha sottolineato che essi devono essere sostenuti da una vita sacramentale e cristiana dei singoli partecipanti, con questo ha lanciato una sfida al futuro, incitando La Chiesa e responsabilizzando il Confratello che deve avere «una fede adulta», affermando che «Il confratello è confratello … Sempre!”.
Sergio Paglialonga, giovane Priore della Confraternita dell’Addolorata di Maglie, nella sua relazione “L’evoluzione delle confraternite nella società civile”, ha concentrato la sua attenzione sulla necessità della partecipazione della confraternite nell’ambito civile. Al di là dei culti esterni; «Le confraternite – ha spiegato – devono essere presenti là dove servono».
Ha concluso i lavori il Presidente dell’Associazione “La Veste Rossa”, promotrice del convegno, Giovanni Taibi , tra l’altro presente in veste di Console della Real Maestranza di Caltanissetta, presente a Taranto per partecipare, con una delegazione, alla processione dell’Addolorata.
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